L’onda anomala del voto del 24 e 25 febbraio ha lasciato sul bagnasciuga un cadavere eccellente: la politica (con tutto il suo armamentario di volti, categorie e metodi) che avevamo imparato a conoscere con la Prima e la Seconda Repubblica. Morta, sepolta, affossata dalla carica esplosiva di ben 8.689.168 voti che hanno scolpito sulla lapide marmorea il requiescat in pace di una mancata resurrezione.
Questo straordinario spartiacque che la classe dirigente, dei partiti tradizionali, non ha saputo cogliere, non ha voluto comprendere per tempo e che, peggio ancora, non riesce ancora a digerire, ha aperto le porte dell’Italia all’anno primo dell’era grillina.
L’Italia è passata in una notte dal voto al partito di plastica al voto al partito che non c’è: il MoVimento 5 Stelle. La valanga ha travolto tutto e tutti, ha stordito PD e PDL, ha azzerato UDC e FLI, ha annichilito Ingroia e Di Pietro, ha ridimensionato Monti e le sue scelte civiche, senza distinzioni o salvacondotti per nessuno.
E’ stato per alcuni il trionfo del populismo, per altri il festival delle promesse irrealizzabili, per altri ancora la sagra dell’antipolitica. Ebbene, per capire veramente l’Italia, forse è necessario ri-partire proprio dal concetto di populismo, dalla definizione dei suoi confini e delle sue manifestazioni.
Concept 2013
L’Italia nel primo anno dell’era grillina: tra populismo, innovazione e disincanto è il titolo di questa quarta edizione che troverà poi nelle singole giornate delle declinazioni differenti.